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Lapsi

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La storia dei rapporti tra Chiesa nascente e potere imperiale non fu tutta un trionfo dei cristiani. Molte furono anche le sconfitte, le defezioni. Così, accanto ai martiri (che avevano testimoniato la loro fede con il sangue) e ai confessori ( che per la fede erano stati imprigionati o torturati), la Chiesa antica conta anche i "lapsi", gli apostati, che furono all'origine di molti problemi disciplinari.

Le persecuzioni anticristiane ebbero certamente un ruolo di fondamentale importanza nella storia del Cristianesimo nascente. Non a caso René de Chateaubriand donò al suo libro sui Martiri il sottotitolo "Il trionfo della religione cristiana". In questa affermazione dello scrittore francese c'è molto di vero, ma la storia delle persecuzioni non segnò soltanto il trionfo del Cristianesimo come religione. Segnò anche, e spesso, le molte sconfitte individuali di chi non riuscì a sopportare torture, minacce di morte o anche solo il semplice disprezzo del popolo.

Lapsi, "caduti": questo il nome con cui erano generalmente definiti gli apostati, coloro che avevano preferito rinnegare la propria fede pur di aver salva la vita.

Quello dei lapsi divenne presto un serio problema nella Chiesa antica. La maggior parte di loro chiedeva infatti, ovviamente a persecuzione finita, di essere riammessa nella Chiesa. Il che non mancò di procurare molte preoccupazioni pastorali, tanto da indurre San Cipriano di Cartagine a scrivere un'opera sull'argomento, il De lapsis.

Riammettere semplicemente quanti erano "caduti" durante le persecuzioni significava ratificare un certo lassismo disciplinare. Di più: accogliere i lapsi senza chiedere loro un gesto di pentimento significava permettere l'indebolimento della Chiesa di fronte al potere imperiale. A ciò si aggiunga che la polemica sui lapsi portò presto a una serie di gravi scismi.

All'interno delle fazioni cristiane scismatiche, i lapsi erano giudicati o in via esageratamente permissiva (come nel caso di Novato), o al contrario in modo esageratamente severo (come era il caso di Novaziano)

A Cartagine l'atteggiamento fu di moderazione: al Concilio che vi si tenne nel 251 fu deciso che i lapsi fossero riammessi alla piena comunione con la Chiesa in punto di morte.