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Giovanni il Teologo
Il santo Apostolo ed Evangelista Giovanni (anche Giovanni il Teologo) faceva parte del gruppo originario dei Dodici Apostoli e scrisse il Vangelo che porta il suo nome, tre Lettere e il libro dell'Apocalisse.
La Chiesa ne fa memoria l' 8 Maggio, mentre si fa memoria della sua dormizione il 26 Settembre.
Vita e scritti
S. Giovanni, il "discepolo prediletto" è indicato sin dalla primissima tradizione cristiana come l'autore di un Vangelo - il quarto del Nuovo Testamento - di tre Lettere e di una Apocalisse. Era probabilmente originario di un piccolo villaggio della Galilea, dove lavorava con il padre Zebedeo e il fratello Giacomo come pescatore. Nel suo racconto evangelico, si riferisce a sé stesso come "il discepolo che Gesù amava" e non usa mai il proprio nome. Era il più giovane dei Dodici e particolarmente vicino al Signore. Questa vicinanza è spesso rappresentata nell'icona della Mistica Cena, nella quale San Giovanni si appoggia al petto di Gesù. San Giovanni fu esiliato nell'isola di Patmos dall'imperatore Domiziano intorno al 90-95 d.C., e fu lì che scrisse il Libro dell'Apocalisse.
A lui Gesù affidò la madre nei suoi ultimi momenti di vita (Gv. 19, 27).
A San Giovanni il Teologo sono attribuiti cinque scritti nel Nuovo Testamento.
Il Vangelo Secondo Giovanni si distingue profondamente dai tre Vangeli sinottici. Ciò ha dato luogo ad una lunga querelle storica sui rapporti tra questi scritti.
Le tre Lettere e l'Apocalisse, unico scritto profetico del Nuovo Testamento, sono molto affini, per linguaggio e tematiche trattate, al quarto Vangelo, anche se alcuni studiosi hanno proposto attribuzioni diverse.
La dottrina
San Giovanni è certamente il più mistico tra gli autori degli scritti neotestamentari, ed è molto difficile segnalare in breve le tematiche fondamentali della sua teologia.
Il suo linguaggio è per certi versi vicino a quello degli gnostici, ma egli non fu uno gnostico nel senso comunemente dato a questo termine: sembra anzi che il prologo del suo Vangelo sia stato scritto proprio per confutare la dottrina gnostica sulla creazione. Ci sono poi nei suoi scritti numerosi spunti polemici contro alcuni gruppi gnostici come nicolaiti e doceti. Si può notare nei suoi scritti un forte dualismo. Scrive ad esempio nel Prologo del Vangelo:
«In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; e la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta. (...) Egli era la luce vera, quella che illumina ogni uomo che viene al mondo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non lo riconobbe.» (Gv. 1, 4-10) Questa opposizione luce/tenebre è certo presente anche in altri Vangeli, ma soltanto negli scritti di San Giovanni è sviluppato in profondità.