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Differenze tra le versioni di "Eresia"

(Le eresie attraverso i secoli)
 
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[[File:Concilio-di-nicea1.jpg|miniatura|Il I Concilio Ecumenico condanna Ario]]
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Si chiama '''eresia''' la negazione delle verità di fede insegnate dalla Chiesa. Il termine indica anzitutto una errata concezione di fede, che consiste nel separare una o più verità singole dal contesto generale della fede della Chiesa, fino a giungere alla negazione di un [[dogma]]. Da questo punto di vista si può intendere con "eresia" il contrario di "ortodossia".
  
[[File:Religion Overthrowing Heresy and Hatred Legros.jpg|400px|thumb|right|{{Autore|[[Pierre Legros il Giovane]]}}, ''Allegoria della [[Religione]] che sconfigge l'Eresia'' ([[1695]] - [[1697]] ca.), marmo; [[Roma]], [[Chiesa del Gesù (Roma)|Chiesa del Gesù]]]]
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==Significato e portata del termine==
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"Eresia" deriva dal greco αἵρεσις, haìresis derivato a sua volta dal verbo αἱρέω (hairèō, "prendere", “conquistare”, "scegliere" o "eleggere")<ref>Heinrich Schlier, αἵρεσις, in Gerhard Kittel (a cura di), Grande Lessico del Nuovo Testamento, I, Paideia, 1968.</ref>. In senso religioso, l'eretico "sceglie" letteralmente una parte della dottrina cristiana, tralasciando più o meno volutamente altre parti. Non è corretto affermare che sia eretica una dottrina "diversa" da quella ufficiale: piuttosto, è eretica l'assolutizzazione di un singolo punto della dottrina a discapito di altri.
  
Si chiama '''eresia''' la negazione delle verità di fede insegnate dalla Chiesa. Il termine indica anzitutto una errata concezione di fede, che consiste nel separare una o più verità singole dal contesto generale della fede della Chiesa, giungendo fine alla negazione di un [[dogma]]. Da questo punto di vista si può intendere con "eresia" il contrario di "dogma".
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Il termine "eresia" compare fin dagli scritti del [[Nuovo Testamento]], principalmente nel senso di una “fazione” che turba l’unità della Chiesa. Ecco alcuni esempi:
  
"Eresia" deriva dal greco αἵρεσις, haìresis derivato a sua volta dal verbo αἱρέω (hairèō, "afferrare", "prendere" ma anche "scegliere" o "eleggere").
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'''2 Pietro 2, 1:''' «Ci sono stati anche falsi profeti tra il popolo, come pure ci saranno in mezzo a voi falsi maestri che introdurranno eresie perniciose, rinnegando il Signore che li ha riscattati e attirandosi una pronta rovina.»
Ne deriva la mancata comprensione e/o accettazione dell'interezzaa della verità, cosa che conduce, di per sé, all'errore: una verità parziale è una falsità. Comporta, ovviamente, anche la mancata sottomissione all'[[autorità]] ecclesiastica che detiene, unica, la funzione di insegnare nell'intero corpo della [[Chiesa]].
 
  
[[Cristo]] stesso annunciò il verificarsi di eresie nella sua Chiesa (cfr. Mt|13,6 ; Mt|13,24-39) e gli scritti [[apostolo|apostolici]] del [[Nuovo testamento]] ne danno testimonianza.
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'''1 Corinzi 11, 19:''' «È necessario infatti che sorgano eresie tra voi, perché si manifestino quelli che sono i veri credenti in mezzo a voi.»
  
In {{pb|At|20,30}} e {{pb|Col|2,18}} si delinea la tendenza di "falsi fratelli" a staccarsi dalla Chiesa per formarne una loro, aspetto che rimarrà attraverso i secoli, una caratteristica delle eresie.
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'''Galati 5, 19-21:''' «Del resto le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, eresie, invidie, ubriachezze, orge e altre simili cose; circa le quali, come vi ho già detto, vi preavviso: chi fa tali cose non erediterà il regno di Dio.»
  
Il termine "Eresia" compare fin dagli scritti del Nuovo Testamento. negli Atti degli apostoli (5:17, in origine dunque eretico, era colui che sceglieva, colui che era in grado di valutare più opzioni prima di, cfr. Atti, 24:5, 24:14, 26:5, 28:22) per indicare varie scuole (o sette) come quelle dei Sadducei, Cristiani e Farisei.  
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==Le eresie attraverso i secoli==
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Come testimoniano i testi succitati del Nuovo Testamento, la Chiesa dovette subito scontrarsi con la nascita di fazioni al proprio interno, e tali fazioni si dimostrano subito pericolose per la salvaguardia dell’unità. Sono in particolare le [[Lettere di San Paolo|Lettere]] di [[Apostolo Paolo|San Paolo]] e gli [[Giovanni il Teologo|scritti giovannei]] a testimoniare lo scontro tra la Chiesa delle origini e i primi movimenti ereticali dei [[Eresie giudaizzanti|giudaizzanti]] e dei primi gruppi [[gnosticismo|gnostici]]. Tali eresie occuparono la Chiesa fino alla prima metà del III secolo.
  
Con le Lettere del Nuovo Testamento tale neutralità del termine viene meno: in 1 Corinzi 11:19, Galati 5:20, 2 Pietro 2:1, haìresis inizia ad assumere dei connotati dispregiativi e ad indicare la "separazione", la "divisione" e la rispettiva condanna.[2] Secondo Heinrich Schlier lo sviluppo in negativo di hairesis procede con l'analogo sviluppo del termine ekklesia: haìresis ed ekklesia divengono due opposti.[3]
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Più o meno in concomitanza con la pace costantiniana, vide la luce la prima eresia trinitaria, l’[[arianesimo]], che, nelle sue varie forme, continuò a manifestarsi fino al VII secolo. Fu poi la volta delle grandi eresie cristologiche: il [[nestorianesimo]], il [[monofisismo]] e il [[monotelismo]]. Anche l’[[iconoclastia]] può essere vista come una eresia cristologica “camuffata”. Si può dire che tutta la storia della Chiesa sia anche il tentativo di preservarne l’unità: bisogna ricordare che la formulazione ufficiale del dogma da parte della Chiesa non avviene mai senza che l’unità anche dottrinale della Chiesa sia stata messa in pericolo dall’insorgere di  una eresia. Si può dunque dire che, per tramite delle eresie, la Chiesa apprende più profondamente il significato delle stesse verità di fede.
  
Secondo Alain Le Boulluec, fu Giustino (100-162) il primo apologeta ad utilizzare sistematicamente il termine "eresia" per combattere le correnti cristiane considerate devianti.[4]
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==Note e riferimenti==
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<references/>
  
  
== Nella teologia ==
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==Voci correlate==
La teologia oggi distingue :
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[[Concili ecumenici]]<br>
*un'eresia materiale quando si aderisce a un'eresia oggettiva, senza per altro avere [[coscienza]] di essa
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[[dogma|Dogma]]
*un'eresia formale quando di aderisce a un' eresia oggettiva, conoscendone i fondamenti
 
  
e quindi si distingue tra 
 
*[[Peccato]] di eresia quando si conserva per sé l'errata comprensione o la negazione di un dogma senza farne pubblica confessione
 
*[[delitto]] di eresia quando si manifesta oggettivamente l'appartenenza a comprensioni errate o eterodosse.
 
  
Il nucleo della teologia dell'eresia per [[san Paolo]] sta sotto il principio di una necessità nella storia della [[salvezza]]. Secondo tale necessità, la [[colpa]] dell'[[uomo]] che mutila e limita la [[Verità]] di Dio, rimane pur sempre nella [[volontà]] di Dio di cui la Chiesa è espressione.
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[[Categoria:Eresie]]
 
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[[Categoria:Concili]]
In questa prospettiva la teologia considera le eresie come maniere nelle quali la Verità di Dio, in quanto è diventata verità dell'uomo, rimane [[umiliazione|umiliata]] e di fatto cresce solo nello spirito dell'uomo. Questa considerazione costituisce così il motivo della continua ricerca (senza peraltro giustificare l'agire errato) perché la Chiesa sia condotta alla verità completa.
 
Di fronte alle eresie dunque la Chiesa non si limita a difendere la fondatezza della Verità, ma dal confronto con esse apprende più profondamente il significato della Verità stessa, valutando e respingendo come contraddittorie quelle interpretazioni che ne limitano la comprensione e il suo divenire.
 
 
 
La [[storia della Chiesa]] è quindi anche la storia del no progressivo, sempre più ampio e più chiaro pronunciato contro le eresie in nome del necessario [[discernimento]] per distinguere la Verità dagli errori dell'uomo.
 
 
 
== Nel [[Diritto canonico]] ==
 
Chi è caduto nell'eresia in maniera giuridicamente constatabile non appartiene più in senso pieno alla Chiesa.<ref>cfr. ''Denzinger, Enchiridion Symbolorum, Definitionum et Declarationum de rebus fidei et morum, 1351, 3802 s.</ref>
 
 
 
L'eresia pertinace, recidiva e ostinata, può comportare le conseguenza penali canoniche previste anche per l'[[apostasia]], fra cui è compresa la [[scomunica]].
 
Tuttavia la Chiesa ha il dovere di interpretare con [[comprensione]] ed [[amore]] le affermazioni altrui e tenere conto infine che le verità cristiane conservate sviluppano una dinamica oggettiva e soggettiva , volta all'eliminazione o alla trasformazione delle affermazioni eretiche in vere. Ad una comprensione  cristiana, si presenta dunque come primo aspetto il fatto che l'eresia può esistere in battezzati che pure intendono rimanere fedeli a Cristo. In altre parole il [[Cristianesimo]] è ancora contenuto virtualmente nel concetto globale di Cristianesimo posseduto dall'eretico.
 
 
 
Di per sé, l'[[eretico]] non rinnega l'intera fede [[cristianesimo|cristiana]], ma rifiuta di essa una determinata verità di carattere [[Dio|divino]] e [[cattolico]] e pertanto si può affermare che resta pur sempre un [[credente]].
 
Su queste basi si potrebbe arrivare anche al concetto di un'eresia solo verbale, che in realtà sarebbe un errato non conformismo rispetto alla terminologia della Chiesa, dunque piuttosto uno [[scisma]]. Nel corso della storia dunque, è pensabile che un'eresia reale si riduca ad eresia solo verbale.
 
Va tenuto presente inoltre che nella storia concreta di un'eresia si possano verificare, nella prassi e nella dottrina, alcune attualizzazioni dell'essenza del cristianesimo, potenzialmente sempre conservate e offerte nella forma cattolica senza essere giunte allo stesso esplicito livello di attualizzazione.
 
 
 
Le posizioni eretiche possono quindi costituire uno stimolo per lo sviluppo della prassi e della teoria ecclesiastica, ed esercitare così una positiva funzione nella storia della salvezza.
 
 
 
==Bibliografia==
 
* Voce ''Eresia'' in  Dizionario di teologia, a cura di [[Karl Raher]] e [[Herbert Vorgrimler]], [[Morcelliana]], Brescia 1968
 

Versione attuale delle 14:58, 23 lug 2020

Il I Concilio Ecumenico condanna Ario

Si chiama eresia la negazione delle verità di fede insegnate dalla Chiesa. Il termine indica anzitutto una errata concezione di fede, che consiste nel separare una o più verità singole dal contesto generale della fede della Chiesa, fino a giungere alla negazione di un dogma. Da questo punto di vista si può intendere con "eresia" il contrario di "ortodossia".

Significato e portata del termine

"Eresia" deriva dal greco αἵρεσις, haìresis derivato a sua volta dal verbo αἱρέω (hairèō, "prendere", “conquistare”, "scegliere" o "eleggere")[1]. In senso religioso, l'eretico "sceglie" letteralmente una parte della dottrina cristiana, tralasciando più o meno volutamente altre parti. Non è corretto affermare che sia eretica una dottrina "diversa" da quella ufficiale: piuttosto, è eretica l'assolutizzazione di un singolo punto della dottrina a discapito di altri.

Il termine "eresia" compare fin dagli scritti del Nuovo Testamento, principalmente nel senso di una “fazione” che turba l’unità della Chiesa. Ecco alcuni esempi:

2 Pietro 2, 1: «Ci sono stati anche falsi profeti tra il popolo, come pure ci saranno in mezzo a voi falsi maestri che introdurranno eresie perniciose, rinnegando il Signore che li ha riscattati e attirandosi una pronta rovina.»

1 Corinzi 11, 19: «È necessario infatti che sorgano eresie tra voi, perché si manifestino quelli che sono i veri credenti in mezzo a voi.»

Galati 5, 19-21: «Del resto le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, eresie, invidie, ubriachezze, orge e altre simili cose; circa le quali, come vi ho già detto, vi preavviso: chi fa tali cose non erediterà il regno di Dio.»

Le eresie attraverso i secoli

Come testimoniano i testi succitati del Nuovo Testamento, la Chiesa dovette subito scontrarsi con la nascita di fazioni al proprio interno, e tali fazioni si dimostrano subito pericolose per la salvaguardia dell’unità. Sono in particolare le Lettere di San Paolo e gli scritti giovannei a testimoniare lo scontro tra la Chiesa delle origini e i primi movimenti ereticali dei giudaizzanti e dei primi gruppi gnostici. Tali eresie occuparono la Chiesa fino alla prima metà del III secolo.

Più o meno in concomitanza con la pace costantiniana, vide la luce la prima eresia trinitaria, l’arianesimo, che, nelle sue varie forme, continuò a manifestarsi fino al VII secolo. Fu poi la volta delle grandi eresie cristologiche: il nestorianesimo, il monofisismo e il monotelismo. Anche l’iconoclastia può essere vista come una eresia cristologica “camuffata”. Si può dire che tutta la storia della Chiesa sia anche il tentativo di preservarne l’unità: bisogna ricordare che la formulazione ufficiale del dogma da parte della Chiesa non avviene mai senza che l’unità anche dottrinale della Chiesa sia stata messa in pericolo dall’insorgere di una eresia. Si può dunque dire che, per tramite delle eresie, la Chiesa apprende più profondamente il significato delle stesse verità di fede.

Note e riferimenti

  1. Heinrich Schlier, αἵρεσις, in Gerhard Kittel (a cura di), Grande Lessico del Nuovo Testamento, I, Paideia, 1968.


Voci correlate

Concili ecumenici
Dogma